pinot nero

Sinonimi: auvernat, blauburgunder, blauer spätburgunder, borgogna nero, cortaillod, franc peneau, klevner, moirien, morillon noir, pineau, plant doré, savagnin noir, vert doré.

 

Cenni storici: questo vitigno è il capostipite della nobile famiglia dei pinot, il cui nome deriva probabilmente dalla caratteristica forma a pigna del grappolo maturo. Le origini sono francesi e antichissime, ma questo vitigno è figlio della colonizzazione romana della Valle del Rodano, dai tempi in cui le milizie portavano con sé i tralci delle viti per ricreare nel nuovo ambiente le condizioni lasciate in patria. Vitigno gallo-romano, il pinot nero trova l’habitat migliore a latitudini elevate. All’interno di questa varietà esistono due tipologie: la prima è più produttiva e simile a quella coltivata in Champagne, adatta per la produzione di vini bianchi o spumanti, sia in purezza sia in uvaggi o tagli con altri vitigni o vini bianchi, la seconda è simile a quella coltivata in Borgogna, più adatta all’elaborazione di vini rossi.

 

Zone di coltivazione: questo vitigno è ormai diffuso in molte regioni italiane, soprattutto nell’Oltrepò Pavese, in Trentino-Alto Adige e in provincia di Piacenza.

 

Caratteristiche: foglia medio-piccola, tondeggiante, trilobata, pagina superiore di colore verde scuro, bollosa e opaca; grappolo piccolo, cilindrico, spesso alato, un po’ compatto; acino medio, sferoidale o leggermente ovale, con buccia pruinosa, spessa, consistente e di colore nero-violaceo.

 

Maturazione: metà settembre.

 

Produttività: variabile in funzione della grandezza del grappolo, è definita bassa per il pinot nero dedicato alla vinificazione in rosso, alta per quello impiegato per la vinificazione in bianco e la preparazione di vini-base per la produzione di spumanti.

 

Vigoria: discreta.

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