Nasco di Cagliari

DOC riconosciuta con DPR 21/06/1972 GU 24/08/1972. Modifica con DPR 18/04/1979 – GU 06/10/1979. DM 30/03/2001 – GU 04/05/2001. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende 58 comuni in provincia di Cagliari, 23 in quella di Carbonia Iglesias, 28 in quella del Medio Campidano e 73 in quella di Oristano.

Resa: max. 10 t/ha.

Vitigno: nasco.
In tutte le DOC con la menzione di Cagliari, nelle quali la presenza dei vitigni sia minimo il 95%, è consentita – per favorire l’impollinazione – la presenza nei vigneti di non più del 5% di vitigni diversi, purché le uve provenienti dagli stessi non siano utilizzate nella preparazione dei vini.

Titolo alcolometrico minimo: 13.5%.

Affinamento: minimo 8 mesi.

Epoca migliore per il consumo: mediamente 3-5 anni.

Altre tipologie
Nasco di Cagliari: da Secco a Dolce.
Nasco di Cagliari Liquoroso: da Secco a Dolce, con titolo alcolometrico minimo di 17.5%.
Nasco di Cagliari Liquoroso Riserva: da Secco a Dolce, con affinamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere o di castagno.

Come in molte altre denominazioni sarde, anche qui le tipologie di vino sono numerose.

Il nasco offre al vino un colore giallo paglierino con riflessi dorati o ambrati, un profumo intenso con sentori di fiori, frutta e, soprattutto, con le tipiche e sottili note muschiate del nasco. Il suo nome, che in origine era Nascu, deriverebbe dal latino ‘muscus’, che significa muschio e del quale la parola vernacola sarda ‘nuscu’ sarebbe una corruzione. Morbido e discretamente fresco, è un vino da abbinare con formaggi semistagionati, piatti della tradizione come muggine arrosto e pernice al mirto.

Più diffusa è la tipologia Dolce, dotata di buona freschezza, che si abbina molto bene con dolci a base di mandorle e formaggi erborinati.

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