Colli Orientali del Friuli Picolit

DOCG riconosciuta con DM 30/03/2006 – GU 08/04/2006. Modifica con DM 26/05/2010 – GU 23/06/2010. DM 30/11/2011 – GU 20/12/2011. DM 07/03/2014.

 

Zona di produzione: comprende una fascia di territorio collinare che dai confini con la provincia di Gorizia arriva a Tarcento, in quella di Udine.

Sottozona Cialla: comprende un’area ubicata a nord del comune di Prepotto, in provincia di Udine. 

Resa: max. 4 t/ha.

Vitigno: picolit min. 85%; 100% per la sottozona Cialla.

Titolo alcolometrico minimo: 15%; 16% per la sottozona Cialla. 

Affinamento: minimo 10 mesi; 22 per la sottozona Cialla.

Epoca migliore per il consumo: mediamente 4-8 anni, 6-10 per la sottozona Cialla.

Altra tipologia - Riserva, per la sottozona Cialla, con affinamento minimo di 48 mesi.

Un tempo erroneamente chiamato piccoletto o piccolit, il picolit è un vitigno antichissimo, forse già coltivato durante l’Impero Romano, anche se la prima citazione ufficiale risale al 1682, nella carta dei vini di un sontuoso matrimonio. 
Dopo una fase di splendore nel ’700, quando il Conte Fabio Asquini di Fagagna lo esportava in tutta Europa, fino in Russia, alle corti di Francia e Austria, facendo concorrenza al già blasonato Tokaji ungherese, nell’800 fu momentaneamente dimenticato, a causa della scarsa produttività e dell’arrivo della fillossera.
Solo a partire dal 1935 il picolit è tornato in auge, grazie alla famiglia Perusini, che ha creduto in questo vitigno, difficile ma in grado di dare vini che puntavano su eleganza, equilibrio e complessità. Grazie alla notorietà raggiunta, questo vitigno fu impiantato nel Trevigiano, nel Vicentino e perfino nel Reggiano e in Toscana, mentre oggi si trova quasi esclusivamente nei Colli Orientali del Friuli, area da cui proviene il 90% del Picolit, e nel Collio Goriziano, sulle colline marnose poste tra le province di Udine e Gorizia.

Il Picolit è ottenuto dall’omonimo vitigno, che fa di uno scherzo della natura uno dei suoi punti di forza. Questa varietà dalla buccia pruinosa e consistente soffre infatti di acinellatura, ed è così che le viti danno pochi frutti, anche molto piccoli, con una resa naturale molto bassa, anche solo una quindicina di grappoli per ceppo. 

Le uve possono essere sottoposte a pratiche di appassimento sulla pianta, su graticci o in cassette all’aperto, o ancora in locali termocondizionati o dotati di ventilazione forzata. 

Il Picolit si presenta con una splendente veste che sfuma dal giallo paglierino intenso al colore dell’oro antico o dell’ambra, svolge un profumo complesso ed elegante di fiori di campo, mandorlo, pesco, acacia e castagno, seguiti da miele, spezie e albicocche mature. Al gusto è amabile, dolce-non-dolce, aristocratico e con un lunghissimo finale leggermente ammandorlato. Grande vino da conversazione, è sorprendente in abbinamento con alcuni formaggi piccanti, ma non disdegna biscottini con noci e mandorle, chifeleti, pistun e gubana.

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